ITFL327

XXX settimana del Tempo Ordinario – Giovedì

I doni di Dio sono irrevocabili

In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!». . Lc 13,31-35

Erode Antipa, governatore della Galilea, che aveva fatto decapitare Giovanni Battista, probabilmente aveva messo in giro la voce di voler uccidere Gesù di Nazaret. Gesù però non lo

teme, perché,considerandolo furbo come una volpe,ritiene che avrebbe giudicato impopolare sopprimerlo, essendo egli già molto conosciuto e seguito in Galilea. Sono giorni in cui Gesù sta meditando di abbandonare quella regione per trasferirsi a Gerusalemme, insieme ad alcuni discepoli. Infatti «non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme», città alla quale si riferisce la profezia struggente del brano di oggi: «Gerusalemme, Gerusalemme quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi!». Poi, improvvisamente, la profezia ha una conclusione positiva ed evoca il giorno in cui il popolo ebreo si convertirà e dirà: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

È pensando a questa profezia di Gesù che Paolo, nella Lettera ai Romani scriverà: «L’ostinazione di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti. Allora tutto Israele sarà salvato» (Rm 11,25-26). Sia per Gesù che per Paolo è chiaro che il nuovo inserimento di Israele nella storia della salvezza fa parte del piano di Dio, ma questo – dice l’apostolo – avverrà dopo che tutti i pagani si saranno convertiti. Così la chiesa, nata dalla costola di Israele come Eva da Adamo, è destinata a diventare veicolo di conversione del popolo ebreo. Tale evento è annunciato alla conclusione del brano di oggi. La ragione del reinserimento degli ebrei nella storia della salvezza, secondo Paolo, riflette il fatto che «i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili» (Rm 11,29). Questo è consolante per tutti coloro che sono stati chiamati alla fede: potranno sbandare e anche perdersi, ma alla fine ritorneranno al Signore, perché anche la fede, come dono di Dio non è revocabile.

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