ITFL087

Ottava di Pasqua – Sabato

La missione è qui

Risorto… apparve prima a Maria di Màgdala… Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro [i discepoli di Emmaus]… Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». Mc 16,9-15

Nell’Antico Testamento, il mandato all’evangelizzazione non esiste. Il pio ebreo era chiamato a custodire e a far crescere la propria fede, non a testimoniarla. Con Gesù Cristo inizia il Nuovo Testamento, e con esso prende forma il messaggio del vangelo, la trasmissione del quale è affidata alla Chiesa. Annunciare il vangelo vuol dire trasmettere la «buona notizia» che Gesù Cristo è il liberatore dell’uomo dai propri limiti e dalla schiavitù del peccato, e in quanto «liberatore» diventa il «salvatore».  Poiché la liberazione e la salvezza si sono realizzate attraverso la sua morte in croce e la sua risurrezione, Gesù è anche il «redentore», cioè colui che salva pagando di persona. Credere a questa verità e annunciarla vuol dire evangelizzare. Nel brano di oggi Gesù affida alla prima Chiesa, allora costituita solo dagli apostoli, il mandato di annunciare il vangelo a ogni creatura.

La Chiesa è stata istituita per evangelizzare: se non evangelizza non è Chiesa. Oggi questa spinta missionaria si è un po’ affievolita a favore di attività collaterali, a parer nostro giuste solo se sono funzionali all’annuncio del vangelo.

La prima è l’attivismo sociale a favore dei poveri, cosa ottima e necessaria, ma non può sostituire, come spesso succede, la testimonianza e l’annuncio del vangelo, perché Gesù non è stato un operatore sociale, è stato il primo evangelizzatore. Poi c’è il rispetto per le altre religioni, altra cosa ottima, ma che non deve essere concepita nel senso di impedire l’evangelizzazione.

Questo Gesù Cristo non lo ha chiesto. Gesù ha affidato l’evangelizzazione a tutta la Chiesa, che è costituita da sacerdoti, consacrati, laici e famiglie cristiane. Ognuno è chiamato a essere missionario con la propria specificità: il compito principale  dei sacerdoti è di vegliare sull’ortodossia della testimonianza, quello della famiglia è di testimoniare l’unione nel nome di Gesù Cristo e tutti insieme dobbiamo essere testimoni della risurrezione. In un tempo non molto lontano essere missionari significava, nell’immaginario collettivo, andare ad annunciare il vangelo in altri paesi e in altri continenti. Oggi, in clima di globalizzazione, si può evangelizzare anche rimanendo a casa nostra. Basta considerare quella parola «andare» non come un’attività da aggiungere alle molte altre della vita quotidiana, ma piuttosto un «evangelizzare mentre si va». E anche il modo di andare non è necessariamente come quello di san Paolo, che per evangelizzare ha compiuto più di novemila chilometri a piedi e altrettanti per mare. Oggi si va in tanti modi, anche tramite internet.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *