XXXIII settimana del Tempo Ordinario – Giovedì
Il demonio distrugge sempre
Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». Lc 19,41-44
Gesù piange perché prevede ciò che sarebbe successo a Gerusalemme trentasette anni dopo, nel 70 d.C., quando l’esercito romano, per ordine dell’imperatore Tito, avrebbe distrutto il tempio e tutta la città, non lasciando pietra su pietra. Questo succederà – dice Gesù – perché Gerusalemme non ha riconosciuto il «tempo in cui è stata visitata» dal Signore. Gesù piange, ma non può far niente per impedire quella distruzione, nemmeno una preghiera al Padre, perché anche il demonio ha i suoi diritti e, dal momento che Gerusalemme ha rifiutato Gesù di Nazaret come Messia, se li pretende tutti.
E quando il demonio esercita i suoi diritti, distrugge, perché lui sa solo distruggere e ci gode. La distruzione però lo soddisfa solo per un istante, dopo deve distruggere ancora, come succede ai drogati, nei quali l’effetto della droga dura un po’ e poi si devono drogare ancora, sempre di più e sempre più spesso. Per inciso, basterebbe questa identità di comportamento per rendersi conto che la droga è oggi il mezzo più diffuso con il quale il demonio distrugge. Usa anche altri mezzi di distruzione: l’attaccamento al denaro, il sesso fine a se stesso, il fumo, l’alcol, l’odio e la vendetta. Anche l’eccessivo cibo, che nella giusta misura è una grazia di Dio, oltre un certo limite diventa anch’esso una droga, e quindi una manifestazione del demonio. Come ogni distruzione ha per suggeritore e regista il demonio, così la pace, l’amore e il perdono hanno come ispiratore il Signore. Gesù è impotente di fronte alla distruzione di chi lo rifiuta, ma può tutto per proteggere e benedire chi lo accetta come Signore. La Provvidenza, la pace, la consolazione, la gioia, l’equilibrio, la misericordia, il buon senso, il desiderio di condividere, il senso della misura nell’agire e nel parlare, sono tutte manifestazioni che discendono dalla benedizione del Signore. Non abbiamo mai visto nessun uomo di Dio alterarsi, eccedere, esagerare o perdere l’equilibrio, mentre conosciamo molte persone alle quali ogni tanto comincia a soffiare il vento in testa, perdono l’autocontrollo e si abbandonano ad atteggiamenti illogici e talvolta dannosi per loro stessi e per il prossimo. Anche il vento in testa può essere una manifestazione del demonio, il quale agisce sempre sui punti deboli delle persone. Il Signore non può niente per chi lo rifiuta, come non ha potuto fare niente per impedire la distruzione di Gerusalemme.