ITFL275

XXIII settimana del Tempo Ordinario – Mercoledì

Le beatitudini sociali di Luca

Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti». Lc 6,20-23

Matteo, nel suo Vangelo, ci parla delle beatitudini in modo solenne, descrivendo soprattutto l’atteggiamento interiore e le disposizioni del cuore, senza le quali nessuno può entrare nel regno dei cieli: «Beati i poveri in spirito, beati gli afflitti, beati i miti, beati i misericordiosi, beati i puri di cuore, beati gli operatori di pace» (Mt 5,3-12). Le beatitudini descritte da Luca hanno, invece, un aspetto più sociale; egli si riferisce, piuttosto, alle situazioni concrete della vita.

La differenza è particolarmente evidente in riferimento alla beatitudine degli affamati; Matteo scrive: «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia»; Luca, invece, parla di fame concreta: «Beati voi che ora avete fame». E soprattutto Luca non si riferisce alle beatitudini e ai beati in generale; egli inizia le frasi con «voi» e ribalta completamente il sistema dei valori sui quali noi progettiamo la vita, le relazioni, i giudizi e le scelte. Luca non parla della povertà di spirito, ma di poveri concreti, di coloro che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Egli, in altre parole, ci dice che c’è un modo beato di vivere le situazioni negative della vita, nelle quali possiamo incontrare anche la gioia: è il viverle nella speranza e nella consapevolezza che alla fine la giustizia vincerà.

Le beatitudini di Luca sono rivolte ai poveri, ai disoccupati, agli sfruttati e agli immigrati: a tutti coloro che dalla vita attendono risposte concrete. E forse aspettano delle risposte anche da noi.

Donaci, Signore, la generosità di corrispondere ai bisogni del nostro prossimo.

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