ITFL237

XVIII settimana del Tempo Ordinario – Lunedì

La logica del miracolo

Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla… salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto… era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli… gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Mt 14,22-36

I venti contrari, sia sul lago che nella vita, soffiano e hanno sempre soffiato minacciosi. Che cosa permette a Gesù di camminare tranquillo su quelle acque agitate, e sopra le avversità nelle quali le persone normalmente si spaventano e si perdono? Noi conosciamo solo una risposta: la fede e la preghiera. Quando il vento comincia a soffiare egli se ne sta «solo lassù» a pregare, mentre gli apostoli stanno faticosamente remando, sulla barca, per raggiungere la riva opposta del lago. A un certo punto Gesù scende dal monte e va loro incontro camminando sulle acque. Come tutti noi, anche Pietro vorrebbe poter camminare su quelle acque, che rappresentano le situazioni negative della vita: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Gesù gli dice: «Vieni!», e Pietro scende sul lago, ma per la violenza del vento si spaventa e comincia ad affondare.

Perché Pietro, a differenza di Gesù, ha paura del vento pur vivendo anch’egli l’esperienza di camminare sulle acque? Dipende dal fatto che il suo camminare sulle acque nasce dalla richiesta di un «segno», non dalla consuetudine alla preghiera. Anche noi abbiamo vissuto qualche esperienza simile. Trent’anni fa Maria Carmela venne operata di un terribile tumore e il professor Nicola, che aveva effettuato l’operazione, ci tolse ogni speranza di guarigione, prevedendo per lei solo pochi mesi di vita. Noi, presi dalla disperazione, ci affidammo completamente alla preghiera. Sono trascorsi gli anni, Maria Carmela è guarita, ha vissuto una vita normale, si è sposata e ha avuto due figlie, ma quella nostra fede di allora non si è trasformata in un’abitudine alla preghiera, tale da cambiare radicalmente il nostro modo di vivere. Così è successo anche a noi, come a Pietro, di andare in crisi per qualche venticello, che in seguito era tornato a soffiare nella nostra vita. Probabilmente  dobbiamo riscoprire il valore di questa preghiera del mattino,per riprendere la nostra traversata tranquilla fino all’altra riva.

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