ITFS021

II settimana di Pasqua – Domenica

La fede, la vita, la chiesa 

Otto giorni dopo… Venne Gesù… a porte chiuse… e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani… e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gv 20,26-31

Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. At 2,42-47

Oggi gli Atti degli apostoli ci parlano della prima chiesa, quella che si è formata a Gerusalemme subito dopo la Pentecoste. È una realtà costituita da pochi fedeli, che non è durata molto perché ben presto sono cominciate le persecuzioni e la diaspora, per cui i primi cristiani si sono dispersi. Ma, benché piccola e di breve durata, essa rappresenta la chiesa ideale, ed è in quella prima comunità cristiana che la chiesa di ogni tempo e di ogni luogo va continuamente a rispecchiarsi per non perdere i propri valori originali. Quella piccola realtà ecclesiale ha tutto: l’ascolto degli insegnamenti degli apostoli, l’unione fraterna, la preghiera e l’eucaristia insieme, la condivisione dei beni, i pasti consumati in letizia e semplicità di cuore, la lode, la gioia e la stima di tutto il popolo. È perfetta. Con il passare del tempo, la chiesa si è ampliata, è cresciuta di numero, è diventata un grande fiume che scorre lento e maestoso tra gli eventi della storia, ma ha un po’ perso la purezza che aveva alla sorgente, quando luccicava al sole e giocava con i sassi della montagna. Tuttavia, quei valori originali, che nella globalità si sono un po’ perduti, si possono ritrovare nelle comunità locali e nella famiglia, che costituisce la chiesa domestica. Quando, alla domenica, le famiglie dei nostri figli sposati si ritrovano, dopo la messa, a casa nostra, si pranza insieme dopo aver benedetto la mensa e, in un gioioso scorrazzare di nipotini, ci raccontiamo i fatti della settimana, aiutandoci e consigliandoci a vicenda, noi riviviamo lo spirito della prima chiesa descritta negli Atti degli apostoli. È bello riscoprire quanto siano preziose queste abitudini e ci allieta costatare che si sono fortemente ridotti i fine settimana dispersivi. Oggi sono sempre più numerose le famiglie che scelgono di trascorrere così il giorno dedicato al Signore.

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