ITFL163

VI settimana del Tempo Ordinario – Sabato

La Trasfigurazione

Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte… loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù… Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Mc 9,2-9

Ci sono circostanze della vita, durante le quali, nel tran tran delle nostre giornate, improvvisamente la verità si illumina e ci è dato di cogliere il mistero. Il poeta Giovanni Pascoli direbbe «come un occhio che largo, esterrefatto, s’aprì, si chiuse nella notte nera». Sono i momenti della soluzione di un problema antico, come quelli nei quali lo scienziato arriva alla formula che sintetizza il funzionamento della realtà delle cose. Oppure sono momenti che giungono improvvisi, come quando incontrai la mamma per la prima volta, o quando, meditando una parabola del vangelo, ci sentiamo misteriosamente proiettati al centro della verità. Pietro, Giacomo e Giovanni, che hanno sempre faticato a comprendere Gesù e il senso della sua missione, oggi sono colti di sorpresa da questa esperienza del monte Tabor: non sanno cosa dire e sono presi dallo spavento. Avvertono solo di trovarsi improvvisamente nel cuore della storia della salvezza, insieme a Elia, Mosè e Gesù, che in questa scena è il centro, l’illuminato. È lui che si trasfigura e sono le sue vesti che diventano splendenti e bianchissime come «nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche».

È Gesù che il Padre indica come fulcro della storia della salvezza: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». Elia e Mosè rappresentano il passato e i tre apostoli la Chiesa futura. Pietro si rende conto di vivere un momento unico e privilegiato, e vorrebbe che non finisse mai, per non tornare nella penombra dei dubbi e della comprensione difficile: «Maestro, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia!». Per sé non propone niente: a lui basta rimanere lì. Non sarà così. Quel momento, però, costituirà il punto di partenza della sua missione futura, perché ogni illuminazione, ogni scoperta, ogni invenzione, ogni innamoramento e ogni momento di verità, sono sempre un punto di partenza, non di arrivo.

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