ITFS168

XIII settimana del Tempo Ordinario – Domenica

I genitori sono maestri dei figli

Partito di lì, Elia trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elia disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te». Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio. 1 Re 19,19-21

Le finestre della nostra casa di Castiglioncello sono protette da belle inferriate fatte a mano, per impedire, durante l’inverno quando non è abitata, di essere visitata dai ladri. Le aveva costruite lo zio Elio, il fratello del nonno Renzo, che da ragazzo aveva imparato a lavorare da fabbro nella fucina di Aronne, il quale, a sua volta, aveva appreso il mestiere da suo padre. Una volta le arti e i mestieri si acquisivano così, andando a lavorare  nella bottega di un bravo artigiano.

La stessa cosa succedeva – ed accade tuttora – per il discepolato religioso: i maestri si circondano di apprendisti che, mentre svolgono per loro dei servizi, acquisiscono le verità di fede ed il modo di viverle e di annunciarle.

Nel brano di oggi il profeta Elia, per ordine del Signore, chiama Eliseo, altro futuro profeta e maestro, a diventare suo discepolo. La modalità della chiamata segue una delle prassi in vigore a quei tempi in terra di Mesopotamia: quando una persona di rango elevato voleva attrarre nella propria sfera personale un’altra di rango inferiore, gli metteva addosso – o gli gettava, come narra il passo odierno – il proprio mantello. Da quel momento i due si sentivano legati come se avessero stipulato un contratto.

Ai nostri giorni, senza gettare nessun mantello, è compito dei genitori cristiani instaurare un rapporto di discepolato con i figli per farli crescere nella fede e per trasmettere loro le verità del Vangelo, affinché in futuro essi facciano lo stesso quando si saranno sposati ed avranno una propria famiglia. I genitori, tuttavia, per mancanza di preparazione e di consapevolezza di aver ricevuto dal Signore questo mandato, non sempre riescono a svolgerlo in modo scrupoloso e sistematico. A ciò suppliscono i sacerdoti ed i catechisti della parrocchia, che, però, non possono sostituirsi a quel potere d’esempio, che può essere dato solo dai genitori. Pregare insieme in famiglia, vivere con onestà e con gioia le vicende della giornata, stabilire un clima familiare di amore e di collaborazione, ed essere aperti ai bisogni del prossimo, sono esperienze che si possono acquisire solo in famiglia.

Gesù Cristo, agli uomini che ha chiamato a seguirlo, ha insegnato le verità del Vangelo, e li ha fatti partecipare ai miracoli, in particolare a quello quotidiano della provvidenza. Ma soprattutto li ha amati, ha dato loro l’esempio della preghiera, della fedeltà al progetto di vita che il Padre gli aveva affidato, e dell’apertura ai bisogni ed alle povertà delle persone che incontrava lungo le strade della Palestina. È questo il discepolato.

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