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Triduo pasquale – Venerdì Santo (Passione del Signore)

La grandezza di Gesù

Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron… Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie… con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano»… Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori,colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro… Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?». Allora catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna… suocero di Caifa… Intanto Simon Pietro seguiva Gesù… E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco… e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. Gv 18,1-18

Il vangelo di oggi è animatissimo: Giuda che, scortato da milizie, viene a catturare Gesù; il cadere a terra dei soldati; le contraddizioni di Pietro, che prima sguaina la spada per difendere il Maestro e poi, di fronte alla portinaia, nega di essere un suo discepolo. Giuda appare e scompare subito dalla scena; i soldati, abituati a vedere persone che fuggono per non essere catturate, cadono a terra folgorati; Pietro, ubbidiente, rimette la spada nel fodero, pur senza capire quale calice il suo  Maestro debba bere. Al centro di tali eventi risplendono la regalità e la grandezza di Gesù. Colpisce particolarmente la diversità della sua risposta ai soldati da quella di Pietro alla portinaia: «“Chi cercate?”. Gli risposero: “Gesù, il Nazareno”. Disse loro Gesù: “Sono io!”. E la giovane portinaia disse a Pietro: “Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?”. Egli rispose: “Non lo sono”».

Oggi il Signore ci insegna come deve comportarsi un «capo» di fronte alle responsabilità: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano». Da dove proviene tanta grandezza? Certamente dalla fede, dalla comunione con il Padre, dalla preghiera e dall’educazione ricevuta da Maria e Giuseppe. Ma il motivo principale riteniamo sia la profonda consapevolezza di avere una missione da compiere e la chiarezza sul modo di portarla a termine. Anche Pietro, che oggi appare molto piccolo, quando, dopo la Pentecoste, avrà acquisito la piena coscienza della sua missione, diventerà un coraggioso testimone del vangelo e, alla fine, accetterà con gioia di morire in croce. Oltretutto a testa in giù, perché non si sentirà degno di morire come il Maestro.

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