ITFL277

XXIII settimana del Tempo Ordinario – Venerdì

I cinque sassi dei genitori 

Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?… Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Lc 6,39-42

Questa di oggi la potremmo chiamare la parabola delle figure genitoriali: genitori, nonni, sacerdoti, maestri, educatori e responsabili di comunità. Essa è divisa in due parti: la prima sconsiglia a un cieco di guidare un altro cieco perché entrambi rischierebbero di cadere in una buca; la seconda, con l’immagine della pagliuzza, esorta a non guardare al peccato del fratello, se prima non si è risolto il problema del nostro peccato. Purtroppo siamo tutti un po’ ciechi e peccatori, però ci sono dei ruoli, come quelli delle figure genitoriali, le quali, nonostante i propri limiti, non possono esimersi dal guidare e anche dal correggere le persone loro affidate. Come possiamo fare dal momento che non è facile vivere in stato di santità? L’unica soluzione è quella di combattere ogni giorno contro i propri limiti e il proprio peccato. Per grazia di Dio sono disponibili delle armi che permettono di condurre questa battaglia con un certo successo: la preghiera, la meditazione delle Sacre Scritture, l’eucaristia, la confessione frequente e il digiuno. Ci ricordano i cinque sassi che il pastorello Davide prese sul greto del fiume per affrontare il gigante Golia. Sono gli stessi che devono raccogliere i genitori e tutti coloro che hanno il ruolo di guida e di correzione, perché il peccato e i limiti personali sono spesso un gigante Golia. Qualche anno fa ci è stato affidato il compito di aiutare una comunità di famiglie in crisi a tirarsi fuori dalla loro situazione. Abbiamo iniziato a parlare con tutti i componenti della comunità, escludendo solo i piccoli perché non rimanessero scandalizzati. Nell’ascolto sono venute fuori cose incredibili, che ci hanno fatto toccare con mano come il demonio possa distruggere anche le realtà più belle, utilizzando l’unica arma che ha a sua disposizione: l’inclinazione dell’uomo al peccato. Poiché le persone più compromesse erano proprio i responsabili, non c’è stata altra soluzione che quella di sciogliere la comunità, cercando di assicurare alle famiglie che ne facevano parte una casa e un lavoro. Cosa che, con l’aiuto di Dio, è stata resa possibile. All’inizio era una gran bella comunità, ma con il tempo avevano lasciato cadere a terra i cinque sassi necessari: preghiera, meditazione delle Sacre Scritture, eucaristia, confessione e digiuno.

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