ITFL261

XXI settimana del Tempo Ordinario – Giovedì

La vigilanza cristiana

«Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni». Mt 24,42-47

Meditiamo questa pagina del vangelo con la serenità con la quale Paolo VI, nel suo testamento spirituale, spingeva lo sguardo al di là della sua vicenda terrena: «Contemplo il mistero della morte e Cristo che solo lo rischiara». Anche a noi, ora che tutti i figli sono usciti di casa ed è già tempo dei primi consuntivi, succede di pensare spesso ai nostri ultimi tempi. È un pensiero dolce, come i tramonti della nostra bella Toscana, quando il sole scende dietro alle colline e va a dormire. Non è un pensiero ricercato, perché le forze sono ancora buone e i nostri impegni molti, ma il pensiero della morte è sempre presente sullo sfondo, come un amico che dà dei buoni consigli. Alcune volte ci suggerisce – come al profeta Isaia – di salire sul monte del Signore e di camminare per altri sentieri: quelli del silenzio, della preghiera e della meditazione delle Sacre Scritture. In altri momenti ci consiglia – come al poeta Mario Luzi, che abbiamo avuto il privilegio di frequentare – di isolarci dal vaniloquio di questo mondo e cominciare a preparare pochi, essenziali bagagli. Il più delle volte, però, ci induce a spendere bene il tempo e le forze rimaste, come un corridore, che alla fine di una buona corsa, si prepari a una bella volata. Questa è anche la raccomandazione della pagina del vangelo di oggi: «Chi è, dunque, il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dar loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così!» Pensiamo proprio che il vangelo di oggi ci incoraggi a dare ancora qualcosa alla famiglia e alla società. E, forse, questa raccolta di meditazioni, che abbiamo deciso di pubblicare, risponde a questo mandato. Chiediamo, allora, al Signore di donarci, per il tempo che abbiamo ancora da vivere, un po’ dello spirito e della volontà che ha donato a san Paolo: «Non ho certo raggiunto la  mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù» (Fil 3,12-14).

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