ITFL255

XX settimana del Tempo Ordinario – Venerdì

L’amore per la Chiesa

Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Mt 22,34-40

Oggi si dibatte molto se nel cristianesimo il primato spetti all’amore verso Dio o a quello verso il prossimo. Noi riteniamo che il primato spetti all’amore verso Dio, del quale siamo piccoli raggi che riflettono l’amore divino all’origine di tutto: della creazione, dell’uomo e dell’amore tra gli uomini. Gesù ci annuncia: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,12). E poi ribadisce ancora: «Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri» (Gv 15,17). Da queste affermazioni potrebbe sembrare che il primato spetti all’amore verso il prossimo, ma non è così. È vero però che l’amore verso il prossimo è la cartina di tornasole per verificare il nostro amore verso Dio, perché questi due sentimenti, in un cammino spirituale, diventano una cosa sola: «Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli», dice Giovanni nella sua prima lettera (1Gv 3,14). E così siamo arrivati alla sorgente dell’amore verso noi stessi, perché chi ama Dio e il prossimo vive nella gioia e ama se stesso. Queste tre forme di amore – verso Dio, verso il prossimo e verso noi stessi – si toccano e si realizzano insieme nel passaggio dalla riva della morte a quella della vita, tramite la Chiesa, l’unica barca che svolge questo servizio di traghettamento. Per salire sulla barca occorre la fede, ma una volta saliti navighiamo tranquilli, perché al timone c’è il Signore. Non esiste barca più sicura della Chiesa. È questo il motivo per cui noi amiamo la Chiesa: al di fuori di essa non c’è amore e non c’è il Signore. A volte la vorremmo diversa, come anche noi vorremmo essere diversi. «Ma se amaste una Chiesa perfetta – direbbe il Signore – che merito ne avreste?». La Chiesa la amiamo proprio perché è imperfetta, ma amandola vi incontriamo il Signore e i fratelli e, tutti insieme, possiamo renderla migliore.

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