ITFL077

Settimana Santa – Martedì

La notte della storia

Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto»… Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui». Gv 13,21-31

Questo brano del vangelo ci fa vivere la dinamica della condanna che sta per abbattersi su Gesù. Il potere religioso del sinedrio e quello politico di Roma si erano già accordati per ucciderlo: il primo perché Gesù si proclamava Messia, il secondo perché lo riteneva un agitatore sociale.  Successivamente Giuda lo ha tradito, ma le mosse per eliminarlo erano già state accuratamente predisposte. In una dimensione umana la sua condanna era già pronta da tempo, ma Gesù di Nazaret è morto in croce per una strategia celeste, non per quella degli uomini. Egli doveva morire per liberare e redimere l’umanità dal peccato e, perché questo potesse accadere, la sua morte doveva essere la conseguenza di una sua libera offerta, non della volontà degli uomini: «Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce» (1Pt 2,24). Gesù è sempre stato consapevole del sacrificio che lo attendeva, ma è durante l’ultima cena che accetta ufficialmente il ruolo di Salvatore del mondo, senza porre condizioni: «E, intinto il boccone… lo diede a Giuda… Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: “Quello che vuoi fare, fallo presto”». Anche Satana aspettava quel «sì» per la sua vittoria effimera. Dopo questi fatti Giuda subito uscì. «Ed era notte». È l’inizio della notte del mondo e della storia, ma è per quella notte in cui Gesù di Nazaret «è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità» (Is 53,5) che noi, come aveva profetizzato Isaia «siamo stati guariti». In questa settimana di Passione, se noi lo accompagneremo spiritualmente fino al Calvario, in preghiera, sperimenteremo in modo speciale gli effetti di quella guarigione e risorgeremo, il giorno di Pasqua, a vita nuova. È un momento di grazia, prepariamoci a viverlo in profondità.

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