ITFL271

XXIII settimana del Tempo Ordinario – Lunedì

Il mistero rivelato a Paolo 

Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento  a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza. Voglio infatti che sappiate quale dura lotta devo sostenere per voi. Col 1,24-2,1

In questo brano della Lettera ai Colossesi, Paolo ci svela il «mistero nascosto da secoli e da generazioni». Il mistero è questo: Cristo è morto e risorto per tutti gli uomini, per gli ebrei e per i pagani. «È lui infatti – dice Paolo – che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo». Cioè, l’uomo di ogni razza e di ogni tempo raggiunge tanto più la propria perfezione quanto più progredisce nella fede in Gesù Cristo e si pone alla sua sequela per un cammino umano e cristiano. È questo il mistero che il Signore non ha rivelato, con altrettanta chiarezza, a nessun altro prima di Paolo. Forse qualcosa aveva intravisto il profeta Isaia, quando parlava del servo di Jahvè: «Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti» (Is 53,6).

È stupefacente che Cristo sia morto sul Calvario per salvare «noi tutti», uomini di ogni luogo e di ogni tempo. È un mistero d’amore da contemplare in silenzio, in adorazione della croce, perché è da lì che nasce la spinta all’evangelizzazione. «Per questo – dice Paolo – mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza». È la battaglia per l’annuncio del vangelo. Di questo mistero, oggi Paolo ci anticipa un aspetto che riguarda la chiesa e ogni cristiano: «Voglio infatti che sappiate quale dura lotta devo sostenere per voi». La missione è impegno e, talvolta, sofferenza, ma è la forma più elevata dell’amore che possiamo donare al prossimo. È un mistero del quale, guidati da Paolo, abbiamo voluto parlare, perché conoscendolo possiamo sopportare con gioia le piccole croci di ogni giorno, attraverso le quali diveniamo «corredentori» di Cristo, a vantaggio di coloro che incontriamo sul nostro cammino.

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